di Pinuccio Tatarella
LA DESTRA VERSO IL FUTURO
La scoperta della Fondazione Tatarella: il libro segreto del politico italiano che ha predetto il futuro della destra!
Giuseppe “Pinuccio” Tatarella è stato un politico italiano, avvocato e giornalista per formazione. È nato il 17 settembre 1935 a Cerignola e scomparso l’8 febbraio 1999 a Torino. Figura di spicco nella politica italiana, noto per la sua carriera politica nel Movimento Sociale Italiano (MSI) e in seguito in Alleanza Nazionale, dopo essersi laureato in Giurisprudenza e aver esercitato la professione legale, ha intrapreso una carriera nel giornalismo come pubblicista e caporedattore di riviste. Si è iscritto al Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale non per nostalgia del fascismo, ma come acceso anticomunista. Durante gli anni universitari, ha svolto un ruolo di rilievo nel FUAN (Fronte Universitario di Azione Nazionale) e ha rappresentato il movimento all’Unione Nazionale degli Universitari Italiani (UNURI). Tatarella è stato allievo di Ernesto De Marzio e ha iniziato la sua carriera politica come consigliere comunale di Bari nel 1962. Nel 1970 è stato eletto consigliere regionale in Puglia, carica che ha ricoperto fino al 1975. Nel 1979, Tatarella è stato eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione di Bari-Foggia con il MSI, ed è stato rieletto ininterrottamente fino alle elezioni del 1996. Durante il suo mandato, è stato un esponente dell’area moderata del MSI, conosciuta come Destra Protagonista. E’ stato uno dei fondatori di Alleanza Nazionale e ha svolto un ruolo chiave nel portare Gianfranco Fini alla leadership del MSI nel 1987. Nominato Ministro delle poste e delle telecomunicazioni nel primo governo di Silvio Berlusconi, ricopre anche l’incarico di Vice Presidente del Consiglio dei ministri. Durante il suo mandato, ha lavorato su un disegno di legge sulle frequenze televisive, ma la caduta del governo ha impedito l’approvazione della proposta. Oltre alla sua carriera politica, Tatarella ha avuto una passione per il giornalismo. Negli anni ’60, ha fondato il quotidiano della sera “Puglia oggi” e dal 1997 fino alla sua morte ha diretto il giornale “Il Roma di Napoli”. Dopo la morte di Tatarella, il suo seggio alla Camera dei Deputati è stato occupato dal fratello Salvatore Tatarella, che ha promosso una fondazione intitolata a Pinuccio Tatarella per preservarne la memoria. Oggi, il figlio di Salvatore, Fabrizio, è il Vicepresidente della Fondazione Tatarella.
Quando, dalla Fondazione Tatarella, il nipote di Pinuccio annunciò il ritrovamento di un libro inedito del “Ministro dell’Armonia”, non mi sono sorpreso, dato che Giuseppe, detto Pinuccio, era avvezzo a scrivere interessanti editoriali sui giornali italiani, dando un quadro, per l’epoca, diverso dal pensiero dominato dalla sinistra o dal centrismo democristiano al potere.
Certo, sto parlando di oltre 30 anni fa e questo libro di cui ora vi parlo, prendendo un episodio della mia vita per spiegarlo, è sicuramente appartenente a quell’epoca ma proiettato ad oggi, come una premonizione o una roadmap della politica nostrana.
Erano gli inizi del 1994, governava il pentapartito, Tangentopoli stava per realizzare i suoi frutti abbattendosi sui partiti di governo e pressoché niente sul PDS, quei Democratici di Sinistra che la sapevano lunga su come far sparire i soldi sovietici, ed anche il compagno “G”, quel Primo Greganti, non riuscì a dire tutto, con buona pace del Pool tutto, Di Pietro per primo, che aveva manette ai polsi per arrivare ai vertici comunisti dell’epoca. Ma questa è storia. Che però ha determinato quella “superiorità morale” di cui si sentono portatori anche gli attuali leader del Partito Democratico.
Un po’ come gli interisti che la sfangano con la prescrizione, insomma.
Ma vabbè. Dicevo: il volume inedito di Pinuccio. “La destra verso il futuro”. Quella era la storia. Sta per essere pubblicato, la prefazione di Gianfranco Fini non si sa, era prevista in indice ma mancava: forse era stata solo promessa dal leader dell’MSI ma non ancora scritta o forse scritta ma non inviata. Non sappiamo.
Questo è che il libro è lì e parla della “visione” che ha Pinuccio Tatarella su ciò che dovrebbe essere la destra secondo il suo pensiero. Una destra che supera il fascismo in quanto figlia anche dell’antifascismo, tanto che oltre agli storici leader conservatori pre-ventennio, si fa un riferimento esplicito (che poi si ritroverà anche nei lavori di Fiuggi costitutivi di Alleanza Nazionale) a Gramsci. Sì, il giornalista e politico comunista perseguitato dal regime fascista.
Non deve sorprendere: anche questo riferimento non è “nuovo” essendo alla base della “svolta di Fiuggi”. Lo era sicuramente per l’epoca. Lo era certamente nella politica di Tatarella.
Vedeva una destra moderna, che andasse “oltre il polo”, l’artificio elettorale che di lì a poco avrebbe governato l’Italia con poca fortuna e qualche gioco di Palazzo di troppo.
Una destra che aveva punti di riferimento valoriali conservatori, certo, ma che voleva guidare il Paese in una nuova modernità fatta d’interlocuzione d’idee. Con tutti.
Un esempio l’ebbi da giovane militante a contatto con i vertici della destra pugliese che divennero, con il primo Governo Berlusconi, vertici nazionali. A cena in un famoso ristorante barese con commensali un (giovane) deputato, Francesco Amoruso, Pinuccio Tatarella e Michele Mirabella, professore, conduttore televisivo e regista appartenente a quella élite di sinistra un po’ con la puzza sotto il naso ma più aperta ad ascoltare. Una cena che mi destabilizzò. Anzi mi “destrabilizzò“.
Vedere due personaggi discutere amabilmente e trovarsi spesso nelle soluzioni mi fece vedere in modo lapalissiano come bisognava intendere la politica: come mediazione, come ricerca ma anche decisione ed, in fondo, compromesso, praticità con occhio fermo ai valori ma anche ai problemi concreti. Perché Gaber mica sbagliava a domandarsi “Cos’è la destra e cos’è la sinistra” sulle cose di tutti i giorni.
Sul semplice assunto che l’Italia, da sempre, ha una maggioranza di circa il 65% di conservatori che votano, talvolta, in maniera “neutra”, al centro, pur essendo più vicini ai valori della destra, Tatarella nel suo libro inedito traccia la via su ciò che sarebbe dovuto diventare l’MSI, un partito che divenisse “casa” di coloro che votano al centro e che, nella realtà, non esiste. Polarizzante. Alternativo. Assolutamente moderno.
Da qui la storia dei 30 anni successivi in un volume nascosto negli archivi e tanti faldoni dei fratelli Tatarella. Un libro che, una volta conosciuto e riportato alla luce, doveva avere la prefazione di Giorgia Meloni come terminale ultimo di quella storia di cui, proprio Pinuccio Tatarella, primo politico ex MSI ad andare al Governo (divenendone Vice-Presidente del Consiglio), fu precursore ed esempio.
Buona lettura.
Gianpaolo Santoro