di Edward Luttwak
IL RISVEGLIO DEL DRAGO
La minaccia di una Cina senza strategia.
Edward Luttwak è un noto stratega e scrittore statunitense. È stato consulente e analista nel campo degli affari militari, della politica internazionale e della strategia. Luttwak ha scritto numerosi libri e articoli, ed è considerato un esperto nel campo della strategia militare e delle relazioni internazionali. Luttwak ha lavorato come consulente per diverse istituzioni governative e organizzazioni internazionali, tra cui il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, la National Security Council e il Parlamento britannico. Ha anche insegnato presso prestigiose università, come la Georgetown University, la Johns Hopkins University e la National Defense University. Le opere di Luttwak si concentrano principalmente sulla strategia militare, la politica internazionale e le dinamiche di potere tra le nazioni. Ha scritto libri influenti come “La strategia del colpo di stato” e “La grande strategia dell’Impero romano”, che sono diventati punti di riferimento nel campo degli studi strategici. È noto per le sue analisi controverse e spesso fuori dagli schemi, che offrono prospettive originali e stimolanti. Edward Luttwak è considerato uno dei più importanti pensatori contemporanei nel campo della strategia e delle relazioni internazionali. La sua vasta conoscenza e il suo approccio unico agli affari mondiali hanno influenzato numerosi studiosi, politici e professionisti nel settore della difesa e della politica internazionale.
Attraversiamo un tempo oscuro a causa della guerra in Ucraina che ha cambiato i rapporti strategici tra le grandi potenze, inserendo una variabile già pericolosissima come l’instabilità, dimostrata dagli ultimi accadimenti e la “ribellione” dei mercenari della Wagner, di una potenza nucleare come la Russia, aggressore condannato da tutto il mondo, eccetto che i “soliti” paesi storici alleati: la Cina in primo luogo.
L’impressione è che il tragico gioco sia ben più di una aggressione Russo-Ucraina. Le fondamenta, probabilmente, sono da cercarsi nell’assetto mondiale di nuovo conio che coinvolge proprio la Repubblica Popolare Cinese, sia per la crescita che scavallerà gli stessi Stati Uniti che per lo schieramento di parte vetero-post comunista, che nuovamente si intravede nella gestione corrente delle popolazioni cinese e russa, assuefatte dalla stampa di regime.
E qui viene alla mente un saggio di Edward Luttwak datato 2006 ma che, visto alla luce della cronaca quotidiana odierna, ha le stimmate della predizione dello scontro, ora lapalissiano, tra occidente capitanato dagli Usa ed in tono minore da una UE arrovellata sui tanti problemi causati dalle conseguenze del conflitto alle proprie porte e, dall’altra dall’espansionismo cinese che gioca di sponda con molti paesi canaglia, non ultima ed inaspettatamente la Russia.
Nel suo “Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia” (The Rise of China vs. the Logic of Strategy, 2012), Milano, Rizzoli, 2012, Luttwak analizzava già più di 10 anni fa il potenziale conflitto tra la Cina e gli Stati Uniti da una prospettiva strategica.
Luttwak sostiene che la crescita economica della Cina, non necessariamente si tradurrà automaticamente in una potenza militare equivalente o in una supremazia strategica globale. Secondo lui, l’efficacia militare e la capacità strategica dipendono da fattori complessi che vanno oltre il semplice potere economico. Ad esempio, uno degli altri fattori da tenere in considerazione è la geografia strategica che vede la Cina, nonostante le sue dimensioni e risorse, circondata da confini terrestri problematici, che rendono difficile una proiezione di potenza militare su vasta scala. Sostanzialmente, sia pur con gli sforzi per modernizzare le sue forze armate, gli ostacoli logistici e operativi nel caso di una guerra su larga scala lontano dalle sue frontiere, minerebbero di molto la forza esprimibile.
L’autore mette in discussione l’efficacia della strategia della Cina di sviluppare una “prepotenza” armata diviene proprio argomento che induce a pensare all’espansionismo cinese come necessità di avere uno “spazio prossemico” adeguato ma non a poter consentire una vittoria contro avversari altamente tecnologici come gli Stati Uniti.
Luttwak si diverte a sottolineare le contraddizioni e le inefficienze della politica cinese. Ci racconta di come la Cina cerchi di costruire relazioni internazionali, ma spesso finisca per alienare gli altri paesi. È come quando provi a organizzare una festa, ma finisci per litigare con tutti gli invitati e ti ritrovi da solo con la tua torta di compleanno.
Per questo, continua lo stratega statunitense, l’importanza della diplomazia e delle alleanze nella risoluzione di tensioni e conflitti tra la Cina e gli Stati Uniti. Egli suggerisce che una guerra tra le due potenze sarebbe altamente dannosa per entrambe le parti e che la diplomazia, e la gestione strategica dei rapporti internazionali, possono svolgere un ruolo cruciale nel prevenire un confronto militare diretto.
E’, sotto questo aspetto, che è tra le righe del libro di Luttwak ma non detto, che bisogna considerare la Cina. Come un avversario pericoloso, attanagliato da problemi interni come corruzione e mancanza di libertà, certo, e che ha, probabilmente, maggior interesse a non arrivare allo scontro bellico rispetto ai paesi occidentali della Nato. Ed, in questo, gli appoggi alla Russia putiniana degli ultimi mesi possono essere visti in un’ottica complessiva di “corsa alla guerra fredda”. Eppure anche come la “solita” cinesata, un prodotto della diplomazia-fake del regime orientale, buono a portare al tavolo una qualche merce di scambio con le diplomazie occidentali.
Un ottimo libro per considerare aspetti forse più tecnici di politica internazionale ma che, in definitiva, sono quelli che le diplomazie ed i governi considerano nelle azioni quotidiane di rapporto con gli altri stati.
E farsi una propria opinione.
Buona lettura.
Gianpaolo Santoro