di Giovanni Pellegrino
DIECI ANNI DI SOLITUDINE
Memorie di un eretico di sinistra
Giovanni Pellegrino, avvocato amministrativista, è stato senatore della Repubblica dal 1987 al 2001 per il Partito Comunista Italiano e per il Partito Democratico della Sinistra, presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle stragi, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e membro della Commissione Bicamerale sulla riforma istituzionale, Presidente della Provincia di Lecce dal 2004 al 2009. Autore di diversi saggi: Il Processo Andreotti. Palermo chiama Roma (Lupetti 1995), Cavallo Pazzo (Lupetti 1995), Luci sulle stragi per la comprensione dell’eversione (Lupetti 1996), Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro (Einaudi 2000), La guerra civile (Bur 2005).
Giovanni Pellegrino, in dieci anni di solitudine racconta sé stesso, specie nel frame della sua avventura politica, iniziata proprio agli sgoccioli degli anni ottanta, che l’ha portato ad analizzare, sotto la sua lente raffinata, la storia della prima repubblica e della prima democrazia di massa italiana dalla fine degli anni sessanta fino al 2000.
L’Autore riesce in un obiettivo assai ardito: quello di restituire dignità al tempo nella politica e all’evolversi delle dinamiche che l’hanno attraversata, con la mutazione di costumi, linguaggi ed approcci dei protagonisti dei palazzi romani del potere. Non scappa nessuno dei personaggi che contarono: Andreotti, Moro, Spadolini ma, tra i più citati, Francesco Cossiga e Massimo D’Alema.
Non mancano, infatti, aneddoti divertenti ed altri tristi; particolarmente interessante, specie per i lettori anagraficamente distanti dai fatti raccontati, la “profilazione” di personaggi che, nel bene e nel male, hanno scritto la storia della Repubblica.
L’altalenante rapporto con il “leader Massimo” D’Alema lascia intravedere questo carattere eretico del Senatore Pellegrino; cosa si poteva chiedere, del resto, ad un intellettuale cooptato dalla politica e catapultato ex abrupto a Palazzo Madama e che, nei 5 anni di mandato di Presidente della Provincia di Lecce, ha saputo, grazie ad un carisma personale marcatamente salentino, aumentare il consenso popolare, venendo, finalmente, riconosciuto dai “compagni” di partito come parte di una stessa famiglia…
L’autore, con una semantica asciutta, priva di fronzoli retorici e artifizi narrativi, alternando una ironia a tratti misurata ed a tratti sferzante, senza mai sfociare in pericolosi ammiccamenti, consente anche al lettore di oggi di immergersi nella storia, comprendere gli eventi e ricercare una risposta al crinale attuale della politica, che sembra aver perso un certo rigore e compostezza propria di altri tempi.
Giovanni Pellegrino non manca di attraversare fasi cruciali della tenuta democratica del nostro Paese, dagli anni del Terrorismo con la “vicenda Moro” a “Mani Pulite” Tangentopoli, offrendo una lettura originale e controcorrente oltre che aspramente critica degli eccessi giustizialisti e dei tentativi di ridurre in modo semplicistico fenomeni complessi dai tanti corollari, tutti esplorati dall’Autore.
Prima ancora del politico, dell’intellettuale, del “tecnico della legge”, dal libro esce fuori l’Uomo che ha vissuto con i suoi principi e la sua umanità tratti intensi della storia italiana, attraversandola e lasciando diverse impronte ed importanti ricordi.
Giovanni Pellegrino non cancella i ricordi, anzi, ricorda tutto, ogni cosa, ogni dettaglio, cura la memoria come fosse un giardino, strappa via tutte le erbacce, protegge i fiori, annaffia le piante giuste e nel momento giusto, con la giusta dose d’acqua senza esagerare. Recinta e tiene tutto in ordine e semina anche il resto dell’orto. Consente, così, al lettore di tornare a guardare quei fiori, ogni volta che lo vorrà e sarà con un sorriso per la gioia della scoperta di pagine di storia vissuta e di emozioni che sembrano rivivere nelle pagine del pamphlet.
Buona lettura!