Francesco Caringella, è “nato” prima di diventare presidente di sezione del Consiglio di Stato. A voler ripercorrere la sua carriera lavorativa non possiamo dimenticare che è stato ufficiale della marina militare oltre che commissario di polizia e magistrato. Autore di molte opere giuridiche e, da decenni, impegnato nella formazione di futuri magistrati e avvocati. Tra i suoi romanzi ricordiamo: Il colore del vetro (2012); Non sono un assassino (2014) si è aggiudicato il Premio Roma e il Premio Lomellina in giallo; Dieci minuti per uccidere (2015); i saggi: Dieci brevi lezioni sulla giustizia (2017), La Corruzione spuzza (2017), La Corruzione spiegata ai ragazzi (2018); i thriller procedurali Oltre ogni L’estate di Garlasco (2019) La migliore bugia (2022).
Francesco Caringella è un grande chef della letteratura; la Migliore Bugia rappresenta una sorta di “menu orizzontale”, che ci invita a lasciarci andare e a farci sedurre dalle suggestioni dell’Autore e che, pur offrendoci ben poche certezze, lasciandoci col fiato sospeso sino all’ultima pagina, ci diverte, ci intriga, ci riconcilia con la letteratura fatta di ricerca e di tecnica, che non è quella cerebrale di chi vuole stupire ad ogni costo ma è, invece, quella che sa qual è la direzione da prendere e la imbocca, con cognizione di causa, col timone a dritta e con quella sicurezza che viene dallo studio, dalla cura della forma, una eleganza raffinata.
L’Autore, anche con quest’ultimo lavoro, ospita il lettore in una casa ricca di “luoghi del pensiero”. E c’è tutto dentro quei luoghi: la luce, il vento, il mare, la fortuna, la sfortuna, la vertigine del tempo, il dolore, il sentimento, il rumore e…il silenzio. In una parola: Umanità.
Ancora una volta protagonista del romanzo è Virginia Della Valle, straordinaria presidente della Corte d’Assise di Bari. Come in Oltre Ogni Ragionevole Dubbio (https://www.rennastudiolegale.it/oltre-ogni-ragionevole-dubbio/) sulle sue spalle il fardello terribile del verdetto: assoluzione o condanna. Una terza via non è data.
Per quanto molti personaggi richiamino il precedente giallo: la protagonista Della Valle, il giornalista Ferdinando Coppolecchia (ex fidanzato del giudice Della Valle), che dagli schermi TV e dai notiziari trash è passato a ragionare e meditare di cronaca giudiziaria sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, Luigi, l’ex marito di Virginia, Stefano Clivio, il Giudica a latere, la narrazione percorre un sentiero del tutto differente.
Il romanzo precedente si sofferma sulla “stanza del verdetto” (la camera di consiglio) e la vertigine di decidere sulla sorte altrui dei giurati. Sul palcoscenico della Migliore Bugia, invece, ascende il rito corale del processo.
La sfida tra accusa e difesa non è solo un confronto tecnico a codici aperti ma si trasforma in un duello emozionante in cui non mancano i colpi di scena e le emozioni. Sullo sfondo, in ogni pagina e sempre in primo piano, la vita umana, quella soppressa di Gilda Orefice e il “ragionevole dubbio” circa la colpevolezza dell’imputato Giovanni Campanaro.
L’Autore introduce e presenta ai lettori un altro dei protagonisti della Migliore Bugia, l’avvocato Enrico Martucci, allorché lo stesso è impegnato in un altro processo, sempre celebrato dinanzi la corte d’Assise, presieduta dalla Della Valle. In quel processo ad essere assolto, per il “ragionevole dubbio”, è un altro imputato che, per carità, non entra in alcun modo nella storia principale ma che di significativo, almeno per chi scrive questa breve recensione, è il cognome: Renna.
La forza degli inquirenti, la giovane e promettente PM Elisabetta Ciraci che, a discapito della poca esperienza, dimostra una tenacia e determinazione fuori dal comune, il Commissario Nicola Lo Russo, lo sbirro che non molla la presa e si prepara meticolosamente all’esame in aula, unita alla perizia del medico legale Giacomo Pesce si scontrano con l’esperienza, la tecnica, la capacità di tenere l’aula della “iena”: l’avvocato Martucci, che grazie al rovescio di una disgrazia re-incontra la figlia Fiorenza, dopo tanti anni e indossate le toghe, affrontano il verdetto, purtroppo l’ultimo per il decano barese.
C’è spazio anche per l’amore in questo romanzo, i fallimenti della Della Valle, con Coppolecchia prima e, soprattutto, con il marito Luigi poi ma anche tra la Ceraci e Patrizia Grilli, che da giornalista fotografa ha la capacità di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto: “la scena del delitto” e il “cuore” di una giovane PM.
Amori senza lieto fine e con una malinconia di fondo, che si estende anche su Michela Campanaro, la moglie dell’imputato, in attesa del sesto figlio proprio mentre scoppia la tragedia giudiziaria che colpisce il marito Giovanni.
Michela mentre attende l’uscita della Corte “…inizia a temere che forse suo marito non aveva ucciso Gilda Orefice, ma il loro matrimonio si”.
Il dubbio nel giallo di Caringella è il protagonista assoluto. Riguarda non solo il processo narrato ma anche la vita dei protagonisti, che ne vengono attraversati e segnati.
L’autore rispetta le aspettative rosee dei propri lettori, ancora una volta rapiti dall’incedere di una storia accattivante e che lo diventa sempre di più con il passare delle pagine. Il destino è segnato e trova posto, inesorabilmente, nella bacheca dei successi letterari.
Affascinante la scrittura di Francesco Caringella, che riesce nell’intento kafkiano di demolire il ghiaccio che è dentro ciascuno di noi.
L’Autore ci invita senza sotterfugi ad abbracciare l’emozione della lettura, che è viaggio, esplorazione, avventura, sorpresa.
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Co-fondatore di Renna Studio Legale - Avvocato Cassazionista - Corporate Ethics & Compliance Specialist - Lead Auditor ISO 9001- 37001 - 19011. E' partner 24 ore avvocati - Esperto di diritto degli appalti - Cultore della materia di diritto Amministrativo e componente commissione di esami - Università degli Studi "A. Moro" Bari - Facoltà di Economia e Management - Componente di Organismi di Vigilanza e Controllo ex D.lgs. 231/01 e ISO 37001 di società italiane e straniere.
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