Oggi 9 febbraio si celebra la giornata mondiale del “Safer Internet Day 2021”, la “Giornata mondiale per la sicurezza in Rete”, istituita e promossa dalla Commissione Europea, che vede un ricco programma di iniziative messe in campo dal Ministero dell’Istruzione, coordinatore di “Generazioni connesse”, il Safer Internet Centre in Italia, il Centro italiano per la sicurezza in Rete.
In occasione del Safer Internet Day sarà lanciato il nuovo aggiornamento delle “Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo” che riportavano le integrazioni e le modifiche necessarie previste dagli interventi normativi, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte dalla Legge 71 del 2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.
Ma che cos’è il cyberbullismo ed in cosa si differenzia dal bullismo?
La Legge 71 del 2017 definisce “cyberbullismo” qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto di identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minor il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
A differenza del bullismo il comportamento violento avviene in rete, attraverso i più comuni social network o, più semplicemente, attraverso la più comune messaggistica whatsapp o chat di videogiochi.
Altra differenza tra le due figure “criminose” è che il bullismo può essere integrato anche attraverso la violenza fisica.
Il più delle volte, il “cyberbullo” conosce bene la sua vittima ed il suo unico obiettivo è quello di umiliarlo, denigrarlo, diffamarlo, offenderlo per il suo aspetto fisico, per le sue condizioni personali, familiari, sino a portare la sua vittima all’isolamento sociale e familiare e, nelle ipotesi più drammatiche, istigarla al suicidio.
Purtroppo, in molti casi, la giovane età delle vittime (si parla infatti di adolescenti, poco più che bambini, a volte proprio bambini) non consente loro di gestire la propria fragilità e vulnerabilità.
Le notizie di cronaca, quasi quotidianamente, ci comunicano la morte di adolescenti, bambini, che pervasi da un senso di vergogna, paura, non sentendosi più protetti, nemmeno all’interno delle proprie mura domestiche, anziché denunciare i colpevoli di questo crimine, decidono di spezzare le proprie giovani vite.
Proprio in questi giorni si sente un gran parlare di giovani adolescenti, che si lanciano sfide sui social network, per poi incontrarsi nelle piazze per picchiarsi.
L’emergenza sanitaria da Covid -19 ha sicuramente aggravato la situazione, giacché, i ragazzi ed i bambini passano la maggior parte del tempo in rete da soli senza l’assistenza di un adulto, vuoi perché i genitori sono a lavoro, vuoi perché gli stessi genitori non hanno la formazione giusta per un utilizzo consapevole della rete.
Ma quale è il ruolo delle famiglie e della scuola in questo difficile contesto storico?
Il ruolo dei genitori e degli insegnanti è fondamentale. I ragazzi devono essere sensibilizzati proprio dalle famiglie e dalla scuola ad un uso responsabile della Rete, al fine di essere resi capaci di gestire le relazioni digitali in contesti non protetti.
È evidente che, quello che noi adulti dobbiamo fare è fornire ai nostri ragazzi degli strumenti di tutela che possano consentire loro di contrastare il fenomeno del cyberbullismo e, più in generale, di ogni forma di violenza.
Il primo passo da fare è quello di fare comprendere loro che non bisogna rinchiudersi nella propria solitudine, che la paura va combattuta e che gli autori di questi reati devono essere denunciati.
A tal proposito, si ricordano, infine, solo alcuni dei reati in cui può incorrere il cyberbullo: il reato di diffamazione (art. 596 c.p.c), minaccia (art. 612 c.p.), istigazione al suicidio (art. 580 c.p.), il reato di stalking cd. “cyberstalking” (art. 612 bis c.p.)
Nardò, 09 febbraio 2021.
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