di Gianrico Carofiglio con Jacopo Rosatelli
CON I PIEDI NEL FANGO
Conversazioni su politica e verità
Recensione a cura di Maria Pia Carlucci
Gianrico Carofiglio già magistrato, prima Pretore e poi PM presso la DDA di Bari, ha intrapreso la carriera politica, scegliendo di rinunciare definitivamente alla toga, viene eletto senatore della Repubblica per il PD dal 2008 al 2013, attualmente è docente universitario, giornalista e autore televisivo, sportivo è cintura nera di Karate 6°Dan. Per la scrittura si può dire che con il fratello Francesco ha ereditato i geni dalla madre la nota filologa e scrittrice italiana Enza Buono.
Esordisce nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole (Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, Premio Rhegium Julii, Premio Città di Cuneo, Premio Città di Chiavari), creando il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, protagonista dei romanzi Ad occhi chiusi (2003, Premio Lido di Camaiore, Premio delle Biblioteche di Roma e “Miglior noir internazionale dell’anno 2007” in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti), Ragionevoli dubbi (2006, Premio Fregene e Premio Viadana 2007, Premio Tropea 2008), Le perfezioni provvisorie (2010, Premio Selezione Campiello), La regola dell’equilibrio (2014) e La misura del tempo (2019, finalista Premio Strega 2020).
Con i piedi nel fango, oltre ad essere un breve saggio sulla situazione politica e sociale italiana degli ultimi anni, è una riflessione in forma di dialogo, tra Gianrico Carofiglio, scrittore ed ex magistrato, e Jacopo Rosatelli, ricercatore di Studi Politici all’Università di Torino.
Un dialogo molto contenuto, poche pagine, che si possono leggere tutte in una sera, ma ricche di riflessioni e di contenuti, sui quali ognuno di noi è chiamato a confrontarsi per poter prendere parte alla vita pubblica del proprio paese.
Si può vincere in politica essendo rispettosi della verità?
Le conversazioni tra Carofiglio e Rosatelli sulla verità, sulla menzogna, sull’indifferenza, sul rancore, e sulla manipolazione – tutte cose che fanno parte inevitabilmente della politica – conducono il lettore a ripensare alcuni concetti che forse si erano trasformati in pregiudizi, a rivedere certe rigidezze stratificate nel tempo.
Il valore della trasparenza è invocato spesso come principio che deve guidare il rapporto tra politici e cittadini. Carofiglio ci mette però in guardia da un uso strumentale di tale termine. La vera trasparenza sta dove l’esercizio del potere è visibile e non è da confondere con la riservatezza. Un esempio: i giudici discutono da soli, nella massima riservatezza della camera di consiglio, su una sentenza, ma poi le motivazioni che li hanno portati a quel giudizio devono essere dichiarate pubblicamente. La trasparenza consiste quindi nel dimostrare con onestà le ragioni delle decisioni.
Agli antipodi di questo principio si trovano invece le consultazioni trasmesse in streaming come garanzia di trasparenza nel 2013: non serve a niente la ripresa in diretta di quei momenti, se poi non si spiegano chiaramente ai cittadini le motivazioni di un eventuale accordo o di una rottura. Le forze politiche possono autonomamente giungere a un accordo, senza telecamere e microfoni, ma poi devono spiegare logicamente le loro ragioni. Così il cittadino può valutare se il punto di contatto trovato è accettabile o snatura del tutto il programma col quale il partito si era presentato agli elettori.
Questo conduce a un’altra parola importante per una buona politica: compromesso. È una parola che ha ormai assunto un’accezione negativa, un accordo sottobanco tra logiche di potere. Ma essere disposti al compromesso è caratteristica fondamentale di una democrazia, significa essere consapevoli che non esiste una sola verità, ma diversi punti di vista ragionevoli su una questione; significa tenere insieme queste diverse verità per giungere a un bene comune.
Carofiglio e Rosatelli, facendo un largo uso di citazioni da grandi pensatori del passato, da Gramsci a Bobbio per andare a ritroso fino al “Il Principe” di Machiavelli, dialogano sulla politica degli ultimi anni e su come la stessa viene percepita dal pubblico.
Il dialogo tra i due protagonisti è ricchissimo di riflessioni, che spingono il lettore a riflettere su quello che gli sta succedendo intorno: l’indifferenza di chi non va a votare, il concetto di verità applicato alla politica, la credibilità dei politici.
Con i piedi nel Fango è un libro che merita di stare in qualunque libreria di casa: piccolo nel formato ma grande nei contenuti, un ottimo punto di partenza per chi vuole provare a capire un po’ di più di politica, di verità e anche di vita.
Maria Pia Carlucci
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Docente di letteratura italiana e latina al Liceo “Quinto Ennio” Gallipoli, appassionata lettrice.