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Quando il Mercato Finanziario Diventa più Complicato di una Relazione a Tre! 💼💰
Preparati a entrare nel selvaggio mondo della finanza in “Arbitrage – Il Prezzo del Successo” del 2012, dove le mosse azionarie sono più complesse di un intreccio amoroso in una telenovela. Sì, è come se il Wall Street Journal avesse deciso di scrivere una soap opera!
Il Cast
Ah, “Arbitrage”! Un titolo che evoca immagini di intrighi finanziari, colletti bianchi imbroglioni e una trama intricata che tiene lo spettatore sulla corda. Ma prima di entrare nel merito del film, permettetemi di rivolgere la mia attenzione al cast selezionato per interpretare questi personaggi “così complessi”.
Richard Gere, il protagonista indiscusso di questa avventura finanziaria, ci regala la sua classica interpretazione di un magnate degli affari con un segreto oscuro. Ma diciamocelo, se c’è una cosa che Gere è in grado di fare bene, è interpretare ricchi donnaioli che si trovano in situazioni scomode. Forse è il suo modo di ricordarci che la vita da miliardario non è tutta rose e champagne.
La sua controparte femminile, Susan Sarandon, è un’attrice talentuosa senza dubbio, ma non posso fare a meno di chiedermi se si sia persa per strada un po’ di umorismo nel suo approccio ai ruoli. La vediamo nei panni della moglie di Gere, una donna che si ritrova a fronteggiare le conseguenze delle azioni del marito. Sarandon, a mio parere, sembra costantemente al limite tra la serietà e la commedia, come se stesse cercando di capire quale sia il tono esatto del film. Ma forse è solo il mio sguardo critico a mettere in dubbio le sue scelte.
E poi c’è Tim Roth, l’investigatore determinato a scoprire gli intrighi di Gere. Roth sembra sempre un po’ fuori posto in questo tipo di film americano. Il suo accento britannico e la sua aria da “cattivo” europeo sembrano quasi caricaturali in confronto agli altri attori. Ma forse è solo una mia impressione. Dopotutto, il mondo del cinema è un luogo in cui l’accento britannico è spesso sinonimo di cattiveria.
Un menzione speciale va a Nate Parker, che interpreta il giovane e ambizioso fidato di Gere. Parker fa del suo meglio per portare un po’ di freschezza al cast, ma alla fine sembra un po’ perso in mezzo a tutte le trame sospette e le manovre finanziarie. Speriamo che trovi presto un ruolo che lo metta in risalto in modo più appropriato.
La Trama
Dopo averci deliziato con un cast che oscillava tra la serietà e il ridicolo, “Arbitrage” si presenta con una trama che cerca di impressionare, ma finisce per confondere più di quanto intrighi. Preparatevi a immergervi nel mondo dell’alta finanza, in cui i soldi volano più velocemente dei dialoghi e le manovre finanziarie sono più complicate di un labirinto a due piani.
La storia ruota attorno a Robert Miller (interpretato da Richard Gere), un magnate degli affari che si trova ad affrontare una situazione complicata. Sì, avete indovinato, è coinvolto in uno di quegli intrighi finanziari che sembrano tanto importanti nei film americani. C’è un po’ di frode, un po’ di manipolazione dei conti e un po’ di segreti da nascondere. Ah, la dolce melodia dell’avidità capitalistica!
Ma la trama di “Arbitrage” sembra voler dimostrare che la complessità delle manovre finanziarie può essere superata solo dalla complessità delle relazioni personali. Ci sono intrighi familiari, segreti coniugali e persino una tragedia imminente che potrebbe far crollare l’intero castello di carte finanziario di Miller. È come uno di quei puzzle impossibili che ti fanno desiderare di aver scelto di guardare un film più semplice e spensierato.
Tuttavia, non tutto è perduto. La trama di “Arbitrage” riesce a tenere lo spettatore interessato, anche se solo per il desiderio di capire cosa diavolo sta succedendo. Ci sono colpi di scena, rivelazioni sorprendenti e un senso di tensione che si insinua nelle scene. Ma alla fine, ci si ritrova a chiedersi se tutto questo sforzo valga davvero la pena.
Forse è solo il solito film che vuole farci credere che i problemi finanziari siano così complicati da richiedere un genio matematico per risolverli. O forse è solo un modo per far sembrare interessante qualcosa che potrebbe essere spiegato in poche righe. In ogni caso, “Arbitrage” ci offre una trama che cerca di essere intelligente ma che finisce per perdere il filo tra le mani, come un conto bancario in negativo.
Un film che si imbatte nelle trappole del genere, cercando di essere più complicato di quanto sia realmente necessario. La trama si perde in un labirinto di intrighi finanziari e relazioni personali intricate, lasciando lo spettatore con una sensazione di confusione e la voglia di controllare il proprio conto in banca. Forse avrebbe dovuto prendersi un po’ meno sul serio e divertirsi un po’ di più con il suo soggetto.
Verdetto
Dopo aver esaminato attentamente il cast altalenante e una trama che si perde tra le pieghe della sua stessa ambizione, è giunto il momento di emettere il verdetto finale su “Arbitrage”. E, ahimè, devo dichiarare che questo film non riesce a fare il salto dalla speculazione finanziaria al successo cinematografico.
“Arbitrage” si presenta come un thriller finanziario ma finisce per essere solo un esercizio di acrobazie narrative che lascia lo spettatore con una sensazione di vuoto e una leggera confusione. Nonostante i tentativi di coinvolgere il pubblico con colpi di scena e segreti svelati, il film non riesce a creare una connessione emotiva duratura.
La regia, pur cercando di conferire un’aria di tensione e mistero, non riesce a imporsi in modo distintivo. Le scene si susseguono senza una visione coerente e la narrazione appare frammentata, come un portafoglio di investimenti mal gestiti. Non c’è dubbio che il regista abbia cercato di catturare l’atmosfera oscura e ambigua del mondo finanziario ma alla fine si perde tra i numeri e le transazioni senza riuscire a coinvolgere appieno lo spettatore.
Inoltre, la sceneggiatura non riesce a sostenere il peso della trama troppo intricata. Le relazioni tra i personaggi sono abbozzate in modo superficiale e le motivazioni dei protagonisti sembrano sfocate, come un grafico finanziario poco chiaro. Ci si trova a chiedersi se gli sceneggiatori abbiano consultato un consulente finanziario o se abbiano semplicemente cercato di far sembrare complicato qualcosa che potrebbe essere spiegato con una ricetta di cucina.
Si rivela un film che promette molto più di quanto riesca a offrire. La sua ambizione di immergere lo spettatore nel mondo oscuro dei giochi finanziari si traduce in una confusione narrativa che lascia la platea con un senso di smarrimento e una certa voglia di bilanciare il proprio conto corrente.
Quindi, con grande rammarico, devo affermare che “Arbitrage” non riesce a ottenere il mio sigillo di approvazione. Se cercate un film che vi tenga incollati allo schermo e vi faccia riflettere sulle intricazioni del mondo finanziario, forse è meglio cercare altrove.
Gianpaolo Santoro
P.S. Dove vederlo legalmente in streaming? Il film è facilmente accessibile in streaming legale completo in italiano tramite diverse piattaforme, tra cui Amazon Prime Video, NOW, Chili, TIMVISION, Rakuten TV, Sky on Demand, Google Play, Microsoft Store, iTunes e PlayStation Store. Ogni piattaforma offre opzioni diverse, tra cui abbonamento, noleggio o acquisto, con prezzi variabili per le versioni SD, HD e 4K. Inoltre, è possibile scegliere tra audio e sottotitoli in italiano (ITA) e inglese (ENG) per una migliore esperienza di visione.
Il mio lavoro è la comunicazione ed il marketing la mia passione. Nasco informatico, diplomato al famoso ITIS Guglielmo Marconi di Bari. Poi l'idea che mi coinvolge in un settore nuovissimo per l'epoca, il computer crime e, quindi, la necessità di formarsi sulla legge. La tesi di laurea in Giurisprudenza ha un titolo emblematico "Problematiche attuali e crimini informatici nella rete internet": era l'anno accademico 1998-99. Poi la comunicazione telematica ed il marketing intrapresa con un Master all'Istituto Superiore di Comunicazione di Roma, un Master in Diritto delle tecnologie informatiche, un Master Microsoft Office Specialist, il titolo di esaminatore ECDL ed essere nel comitato scientifico dell'ECDL Law.
L'avvocatura è, in realtà, un passaggio. L'impegno per l'informatica, anche tramite due manuali pubblicati dalla Nel Diritto Editore ed il marketing (soprattutto) con il manuale di "Marketing per l'Avvocato" edito dalla Dario Flaccovio editore fanno una vita dove, come diceva Confucio, non lavoro da una vita...
Il mio lavoro è la comunicazione ed il marketing la mia passione. Nasco informatico, diplomato al famoso ITIS Guglielmo Marconi di Bari. Poi l'idea che mi coinvolge in un settore nuovissimo per l'epoca, il computer crime e, quindi, la necessità di formarsi sulla legge. La tesi di laurea in Giurisprudenza ha un titolo emblematico "Problematiche attuali e crimini informatici nella rete internet": era l'anno accademico 1998-99. Poi la comunicazione telematica ed il marketing intrapresa con un Master all'Istituto Superiore di Comunicazione di Roma, un Master in Diritto delle tecnologie informatiche, un Master Microsoft Office Specialist, il titolo di esaminatore ECDL ed essere nel comitato scientifico dell'ECDL Law.
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